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Fiori di Bach: Centaury


Descrizione originale di Bach: per persone buone, tranquille e gentili, che sono sempre ansiose di servire gli altri. Nel loro impegno per riuscirci, sopravvalutano le loro forze. Il loro bisogno di assecondare il prossimo è così forte che diventano più servi che aiutanti. Il loro buon cuore li porta a fare più di quello che dovrebbero e, così facendo, trascurano la loro particolare missione nella vita.

Parola chiave: eccessiva dipendenza dagli altri, sottomissione, servilismo, debolezza, carenza affettiva, insicurezza, bisogno di accettazione, paura del rifiuto e della solitudine, difficoltà a porre dei limiti, ansia.

Livello tipologico Centaury ha un carattere passivo e non ha sviluppato un individualità competente. Troppo compiacente e con tendenza alla sottomissione, reagisce rapidamente ai desideri altrui, ma è poco stimolato verso i propri, non essendo in generale del tutto consapevole della sua natura succube. Centaury ha un tipo di personalità dipendente. La profonda sensazione-convinzione di mancanza di aiuto e protezione si esprime in una forte carenza affettiva che genera un grande bisogno di assistenza. Questa condizione è il motore che attiva il comportamento di sottomissione, provocato dal fantasma della paura della separazione, dell’abbandono, della sostituzione o del rifiuto. In cambio di protezione, gestione e supervisione, Centaury si dedicherà completamente al servizio dell’altro, gli darà amore e tenerezza e, soprattutto sarà fedele, obbediente e sottomesso. Se l’altro è felice, può darsi che lo sia anche lui. I Centaury sono piuttosto semplici a livello mentale. Abbastanza immaturi e infantili, costruiscono un mondo semplificato per renderlo più gestibile e meno minaccioso di quello reale. Sembra persino che si relazionino meglio con i bambini piuttosto che con gli adulti. Nei Centaury osserviamo tre meccanismi psicologici fondamentali: 1 Introiezione: si interiorizza l’identità di un’altra persona che produce una fusione del più debole (Centaury) col più forte. In questo caso, Centaury prende a prestito la forza, l’abilità e l’autostima dell’altro e in cambio gli offre la propria volontà di mettersi al servizio dei suoi obiettivi.

2 Idealizzazione: per esempio dei suoi partner. Non li concepisce come esseri umani con pregi e difetti, li trasforma in protettori soprannaturali. Si tratta di un meccanismo infantile di molti bambini verso i genitori, esseri “onnipotenti e onnipresenti”.

3 Negazione: mediante la creazione di un universo semplificato, per i Centaury è molto facile essere ingenui, infantili e dolci. Davanti a una persona che li maltratta, essi (ma soprattutto esse) possono argomentare : “Però mi ama molto…anche se sta attraversando un momento difficile”.

Centaury è iperemotivo e si mette al posto dell’altro con un eccesso di empatia sbagliata, che lo porta ad annullarsi come persona. Soffre così esageratamente per quelli che ama. Poiché Centaury confonde il confine tra se stesso e gli altri, la perdita di una relazione finisce sempre per essere la perdita di se stesso. Temendo così tanto il rifiuto e la disapprovazione, di solito vive nell’ansia e nell’angoscia, e spesso nel panico quando le sue figure di riferimento creano un clima instabile, perciò il suo livello di indecisione e incertezza blocca seriamente qualsiasi possibilità di iniziativa. La maggior parte dei Centaury preferisce che gli dicano “quello che deve fare” invece di assumersi il rischio che ogni iniziativa personale comporterebbe. In realtà, Centaury non sa e non può dire di no, perciò rimane completamente in balia della volontà altrui e naturalmente del ricatto affettivo di persone con pochi scrupoli ed egoiste. Un vero Centaury si esaurisce facilmente, schiavizzandosi nel cercare di aiutare e rendersi utile. Nella sua ansia di servire sopravvaluta le proprie possibilità, offrendo più di quello che ha ed elargendo in modo ansioso tutta una serie di proposte servili. In ogni caso, la sua fatica è più fisica che psichica e nasce come conseguenza della grande quantità di compiti di cui si fa carico, poichè non tiene in considerazione le proprie neccessità. La sua autostima è bassissima perchè parte dal presupposto che nessuno la ama per quello che è, ma per quello che fa. Secondo la Scheffer, Centaury “si rifugia negli altri per evitare il processo personale per diventare adulto, che tra le altre cose consiste nell’imparare a distinguere e a decidere”, e in questo senso per questo abbiamo infatti già citato la sua innegabile immaturità.

Ma, come nasce o si struttura nell’infanzia una personalità Centaury? Anche se verrebbe spontaneo ipotizzare un ambiente familiare duro e persino crudele, praticamente militarizzato, non è mai così. Piuttosto è vero il contrario, molti Centaury sono stati iper protetti e cresciuti nella bambagia. Se ogni iniziativa verso l’esterno viene soffocata perché pericolosa o inadeguata, probabilmente il bambino si sentirà anche in colpa per queste ipotetiche trasgressioni dei limiti che gli sono stati imposti. Se il bambino non si ribella contro queste regole restrittive, è molto possibile che non raggiunga la maturazione mentale sufficiente per acquisire le capacità necessarie ad una vita adulta ed equilibrata. Il bambino crescerà allora con l’idea di non poter far niente per se stesso al di fuori del nucleo protettivo dei suoi genitori e, per uscirne, per esempio mediante un rapporto di coppia, quest’ultima dovrà offrirgli la protezione alla quale è abituato. Dal punto di vista socio-culturale, Centaury è stato alimentato nelle donne, che sono state educate a ruoli di indipendenza. “Perchè vuoi studiare? Devi solo trovare un bravo marito che ti mantenga e ti dia dei figli.” Questo è l’ordine educativo implicito, o anche esplicito, con cui sono cresciute molte di loro. Tuttavia, vi sono dei Centaury anche tra gli uomini, anche se a loro costa più fatica riconoscersi come dipendenti, perchè culturalmente è meno giustificabile. Probabilmente passano dalle mani di madri che sono veri generali di cavalleria a mogli di carattere, abituate a prendere le decisioni. In questo caso, il conflitto suocera-nuora sarà evidente, mentre l’infantile Centaury osserverà inebetito come decidono per lui, senza capire mai del tutto la differenza esistente tra madre, moglie, sorella, figlia ecc. e i diversi ruoli da adottare con ognuna di loro. In ogni caso, se anche la sua partner non è dominante, ma indecisa, non è un problema, perchè Centaury chiederà ugualmente che sia lei a prendere le decisioni: in fin dei conti è quello che ha sempre visto fare a sua madre. Per quanto con il suo atteggiamento cerchi naturalmente riconoscimento e conferma, di solito Centaury non li ottiene e in breve tempo si trasforma nello zerbino psicofisico degli altri. Non è solito lamentarsi del maltrattamento spesso subito, anzi discolpa in modo sospetto i suoi sfruttatori. In campo affettivo, lo si può considerare molto influenzabile. E’ assai frequente che Centaury accetti di subire i maltrattamenti a causa del suo meccanismo di negazione. Evidentemente ha un chiaro problema con i limiti, per questo molte mogli maltrattate con questo profilo di personalità preferiscono tornare con i loro mariti, piuttosto che affrontare la solitudine. Ma bisogna sapere che non sempre Centaury si trova a vivere in un ambiente che non lo considera o che lo sfrutta. Molte volte le persone a lui vicine lo incoraggiano a sviluppare attività e comportamenti che gli permettano di essere più indipendente. In tal caso, non è strano che boicotti ogni tentativo in questo senso, perchè teme che, seguendo questi suggerimenti, gli altri pretenderanno sempre di più e gli chiederanno di assumere il controllo della propria vita, cosa che lo terrorizza. Il senso di colpa è quasi una costante nella vita di Centaury. Da una parte si ritiene colpevole di non poter prevedere quello di cui gli altri avranno bisogno, dall’altra ogni disattenzione o dimenticanza può essere ingigantita dalla paura di essere rifiutato. Inoltre, ricordiamo che Centaury attira l’espressione dei lati peggiori di molte persone, perciò è molto frequente che gli altri si divertano a colpevolizzarlo e a rimarcarne i difetti. Centaury è fondamentalmente ansioso, ansia che viene alimentata dalla sua paura e insicurezza. D’altra parte si preoccupa molto. Può soffrire di depressione e gravi stati di angoscia, perchè ha pochi mezzi per affrontare le separazioni dovute a rotture affettive, morte, crisi ecc. Tuttavia alcuni possono essere felici pur nel loro modello negativo, realizzandosi attraverso l’altro: la madre Centaury orgogliosa dei risultati dei figli, la moglie dipendente che assiste al trionfo professionale del marito ecc.

Centaury come stato Vi sono persone che assumono questo ruolo solo in determinati rapporti, soprattutto di coppia o esclusivamente con un certo partner. Uno dei sintomi di questo stato è lasciare le amicizie precedenti, cambiare completamente le abitudini di vita, smettere di studiare o lavorare ecc. Questa sottomissione o remissività temporanea non esclude che negli altri ambiti della loro vita le stesse persone possano essere decise e sappiano molto bene porre dei limiti. Potremmo considerare una forma di Centaury anche chi si fa dominare dagli altri senza cercare la loro approvazione o il loro amore. Non è necessario essere una persona dipendente come tipo di personalità per assumere questo fiore. L’essenza tende a facilitare comunque l’accesso alle risorse necessarie per la difesa dei diritti individuali.

Livello spirituale Centaury è fondamentalmente buono e generoso, sostanzialmente innocente. Da un’analisi superficiale la sua abnegazione può essere vista con simpatia, ma dobbiamo anche considerare che trascurando i suoi bisogni e sottomettendosi ciecamente non fa che alimentare i modelli negativi dei suoi sfruttatori, per cui in definitiva non aiuta ne se stesso ne, naturalmente, gli altri. Per Katz e Kaminski: “L’anima sana ha bisogno di imparare e equilibrare le forze del suo Ego che si muovono tra le polarità del servizio e dell’egoismo. Chi ha bisogno di Centaury non ha una sufficiente forza dell’ Ego e non si rende conto che la capacità di dare e adoperarsi per gli altri richiede un forte luminoso senso interno dell’ Io.” La Scheffer chiarisce la descrizione precedente: “Nello stato Centaury negativo le grandi virtù del voler aiutare e la devozione a una missione risultano distorte. Questa confusione induce l’individuo a sottomettersi come un minorenne, senza giudicare, a un’altra persona e alle sue debolezze umane, invece di servire attraverso la propria anima principi più elevati. Prima di poter servire tali principi, dobbiamo sviluppare la nostra individualità e personalità finchè non si trasformano in strumenti dell’anima.” Dal punto di vista dell’intelligenza emozionale, Centaury è molto deficitario, perché possiede pochissima autocoscienza. Tutte le competenze emozionali intrapersonali sembrano sottosviluppate. Non essere consapevole dei propri bisogni rende i suoi rapporti interpersonali molto disequilibrati. Inoltre, percepisce i segnali dell’ambiente circostante in modo assai distorto, per esempio un gesto di malessere di una figura di autorità come il marito può essere interpretato come una disapprovazione verso il suo operato. Allo stesso modo, il fastidio dell’altro può essere interpretato con un pensiero del tipo: “Sicuramente ho fatto qualcosa che non va” e vissuto quindi con senso di colpa e timore. D’altra parte, l’alto livello di ansia rende molti Centaury ancora più confusi e incapaci di elaborare in modo corretto i suddetti segnali. Per tutti questi motivi, Centaury non è empatico, perchè gli è impossibile mettersi al posto dell’altro, o meglio, lo fa in un modo completamente emotivo e distorto. Per il Dr. Bach, Centaury è venuto ad apprendere la lezione della forza. E’ quindi evidente che prima deve raggiungere l’autocoscienza, per poi poter incanalare la volontà in azioni destinate a migliorare la sua situazione. Sicuramente la lezione passa per l’assertività, cioè la capacità di esprimere coerentemente i sentimenti senza immaginarsi tante difficoltà; inoltre deve imparare a dire di no e a porre dei limiti. Per fare ciò dovrà perdere parte della paura che lo tiene prigioniero. Sembra che solo così possa essere utile agli altri: aiutando non per paura del rifiuto e annullando se stesso, ma grazie ad una corretta valutazione di sè, alla coscienza sociale e ad un vero coinvolgimento. Collaborare e non obbedire potrebbe essere la sua parola d’ordine.

Abstract: Ricardo Orozco – opere


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