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Fiori di Bach: Oak


Descrizione originale di Bach: Per quelli che si sforzano e lottano energeticamente per guarire o risolvere le incombenze della vita quotidiana. Anche se il loro sembra un caso senza speranza, continueranno a tentare una cosa dopo l’altra e a lottare. Sono scontenti quando la malattia interferisce con i loro doveri o impedisce loro di aiutare gli altri. Sono persone coraggiose che combattono contro grandi difficoltà senza perdere la speranza e continuando a sforzarsi.

Parola chiave: Eccessivo senso del dovere, tenacia estrema, surmenage, perfezionismo, dedizione estrema al lavoro, metodicità, grande repressione emozionale, rigidità, durezza, rigore, scrupolosità e inflessibilità estreme, caparbietà, paura di mostrarsi vulnerabile, ossessività, sovraccarico.

Livello tipologico Visti dall’esterno, gli individui con caratteristiche Oak normalmente sembrano persone forti come rocce, in genere il pilastro o il sostegno della famiglia, quelli che portano i soldi a casa, delle vere bestie da soma. Sono resistenti, tenaci, volenterosi e leali, lottatori instancabili. Il problema è che queste qualità sono così rigidamente esagerate e radicate nel loro ideale di Io che si trasformano piuttosto in una minaccia per loro stessi. Sembrano non conoscere il significato della parola stanchezza (o lo interpretano come debolezza), il che non vuol dire che non la provino, ma non sanno, non vogliono o non possono obbedire ai segnali organici che l’accompagnano, arrivando così ad ammalarsi. In generale gli Oak sono persone oneste, responsabili e degne di fiducia, serie, di parola, rispettabili, con un’incredibile capacità di lavoro e resistenza, qualità che spesso inducono gli altri, attratti dalla loro forza, a scaricare le responsabilità personali su di loro. Sono troppo moralisti e scrupolosi. Oak possiede tratti ossessivi di personalità, ma la differenza sostanziale tra Elm e Oak è dovuta all’apprendimento infantile. Molti Oak sono stati educati in modo rigido e iper esigenti da genitori o tutori punitivi e severi, forse in tempi difficili, anche post-bellici. Alcuni provengono da famiglie con pochi mezzi e molti figli oppure semplicemente da ambienti familiari e/o educativi dove predominava il lavoro duro e la repressione emozionale di qualsiasi altro aspetto della vita. Per questo sono cresciuti con molta insicurezza e paura di commettere errori e di conseguenza di essere puniti o umiliati. Per compensare questa evidente scarsa autostima, o almeno attenuare l’insicurezza che ne deriva, hanno dovuto sviluppare un’identità di persona irreprensibile, forte, responsabile, seria e molto lavoratrice, soprattutto molto rispettosa delle regole e dei doveri. La loro convinzione fondamentale è “io dovrei”. In questo modo, la predisposizione al lavoro si trasforma in una virtù morale, ma anche in un rifugio e un alibi socialmente accettabile per evitare di affrontare una vita emozionale piena di paure. E’ evidente che Oak confonde emotività e sensibilità con vulnerabilità e perdita di controllo. Quest’ultimo lo paragona a una situazione mortificante e dolorosa, come quando era piccolo, costruisce perciò la sua difesa sviluppando una forte razionalità compensatoria. Da tutto ciò proviene la sua paura di perdere il controllo e la grande repressione può trasformarsi in ansia e spesso in rabbia, che in genere non riesce ad esprimere. In questo modo si capisce perchè Oak sia mentalmente molto rigido e dogmatico, troppo rigoroso e metodico, perfezionista e tenace, poco incline a delegare le responsabilità, a meno che le cose non vengano fatte come vuole lui. Soprattutto a causa della sua insicurezza interiore, controlla sempre tutto. Non cambia opinione, anche se si accorge di avere torto, perché odia ammettere i propri errori. I cambiamenti gli provocano insicurezza e stress, vissuti come ansia, perciò si struttura la vita in modo iperorganizzato, metodico e rituale, senza alcuna spontaneità, in cui ogni deviazione dalla routine implica un contrattempo enorme. Lo spazio per la famiglia nasce più come una responsabilità o dovere che come un desiderio del cuore, perchè “il bravo marito deve dedicare tempo alla sua famiglia”, e spesso gli Oak non hanno questo tempo. E’ comune constatare che i loro problemi di comunicazione generano carenze affettive e risentimento nel partner e nei figli. La tenerezza non figura tra le loro abilità nè tra le loro tendenze. Evidentemente non si può “cavare sangue da una rapa”, nè in questo caso da una roccia. Oak rappresenta un modello principalmente maschile, che è stato molto rafforzato storicamente e culturalmente. La figura del padre lavoratore che mantiene moglie e figli, oltre a tutta la famiglia, si è dimostrato un argomento convincente per rifuggire dalle responsabilità emozionali nei confronti degli altri e di se stesso. Questo sembra essere il motivo per cui molti di loro crollano, si ammalano, o addirittura muoiono, quando da pensionati – o, peggio ancora, da prepensionati – non si sentono più utili, anche se lo stipendio è quasi uguale a prima. Ma può accadere anche qualcosa di peggio: essere licenziati dal lavoro costituisce il maggior fallimento immaginabile e rappresenta per loro un’imiliazione pubblica, una specie di giudizio e condanna di proporzioni quasi bibliche. La maggior parte degli Oak parlano in modo impersonale e poco spontaneo, sono sempre educati, riservati e fondamentalmente corretti. Emozionalmente sono distaccati. Non che manchino di sentimenti, ma si sono allenati in un modo quasi spartano per reprimerli. Possono essere molto servili con le figure di autorità, ma a volte si dimostrano distanti e tirannici con i loro subordinati e troppo rigorosi nei confronti delle regole. I risultati professionali rappresentano più un sollievo che una soddisfazione, perchè per Oak la vita è una dura lotta, in cui non si può nè si deve abbassare la guardia. Gli Oak non possono mai fare quello che desiderano, ma in ogni momento quel che viene ordinato, perciò la loro vita manca praticamente di allegria ed è invece piena di preoccupazioni e ansia. Preferiscono risolvere i loro problemi da soli. I criteri estetici non sembrano figurare tra le loro attitudini. Oak porta, senza saperlo, una bomba a orologeria addosso. La stanchezza non è una fisima, ma un meccanismo con cui il corpo avvisa la mente di dover abbassare il livello di rendimento e di sforzo. La mancanza di riposo e spazi lucidi nella sua vita lo fanno cadere in un’ansia da prestazione permanente. Avendo un modello mentale così rigido e ignorando gli avvisi della stanchezza e della malattia, probabilmente ha bisogno di avvertimenti più perentori, come infarti, embolie, depressioni severe, ernie del disco ecc. E’ anche molto incline a contratture muscolari alle spalle e al collo e ai disturbi d’ansia favoriti dallo stress. Per quanto riguarda la generosità, non c’è dubbio che l’albero della quercia lo sia, perciò questo tema richiede una puntualizzazione. Una particolarità della maggior parte degli ossessivi – e Oak ne è un perfetto rappresentante – è la taccagneria e il risparmio esagerato come precauzione di fronte a presunti periodi di crisi, che può arrivare a limiti caricaturiali. Questo atteggiamento è favorito dal suo temperamento austero e dalla scarsa capacità di godersi la vita. I lussi, o semplicemente le comodità che gli può procurare una buona situazione economica, solitamente sono considerati dal suo giudice interno rigido e implacabile una frivolezza o sperperi superflui e immorali. D’altra parte, una vita agiata e “dissoluta” potrebbe essere malinterpretata e vista dall’esterno con sospetto e diffidenza. E ad Oak interessa molto l’opinione altrui, perchè vuole soprattutto essere e apparire corretto. Ma per Oak esiste qualcosa di più vincolante della taccagneria: il dovere. Non capisce invece e odia tutto quello che considera assurdo e sfarzoso, come un viaggio di piacere, una cena in un ristorante costoso ecc. Oak soffre di una rigidità mentale molto evidente, infatti semplifica eccessivamente il mondo per renderlo più gestibile: “Si è corretti o scorretti” oppure “Al mondo esistono due tipi di persone: i lavoratori e i fannulloni”. Questa visione delle cose così estremizzata non permette la benchè minima sottigliezza. Si potrebbe anche parlare di una mancanza di maturità mentale che gli impedisce di percepire le sfumature che rendono così ricche le relazioni interpersonali. Gli Oak possiedono un senso del dovere e una tenacia estrema che li porta a un eccesso di sforzo, spesso non necessario. Quest’ultima circostanza si rivela molto importante al momento di diagnosticare il modello floreale: la mancanza di motivi esteriori oggettivamente convincenti per un simile eccesso di lavoro, sforzo e responsabilità. La maggior parte di noi probabilmente ha attraversato delle circostanze difficili, economiche, familiari, scolastiche e simili, in cui abbiamo dovuto rinunciare a diversi piaceri e comodità dando la priorità al lavoro o allo studio. Possono essere stati periodi molto duri in cui, tuttavia, abbiamo desiderato il meritato riposo e contavamo i giorni che ci separavano da esso. In Oak, questo praticamente non esiste. Quello che per molti costituisce una situazione transitoria, per loro è la vita stessa. Per questo motivo esistono tanti commercianti, imprenditori e liberi professionisti che non hanno mai fatto una vacanza, anche se la condizione economica glielo avrebbe permesso. Per molti Oak la terapia non è facile, soprattutto se percepiscono il terapeuta come poco sistematico o troppo inquisitorio. Sicuramente hanno bisogno di un approccio razionale, rispettoso, che in qualche modo permetta loro di capire – come parte dell’autoconoscenza auspicabile in una terapia floreale – che in realtà la maggior parte dei loro sforzi non corrispondono a una reale esigenza oggettiva, bensì al suo bisogno di acquietare quel rigido giudice interno che possiede. E’ chiaro che per ottenere un tale risultato, devono cambiare alcune convinzioni interne troppo distorte che li portano a questa grande rigidità mentale. L’aiuto dell’essenza si rivela molto preziosa per iniziare questo grande processo interiore. In alcuni casi, l’effetto del fiore può essere percepito dalla mente sempre rigida di Oak come stanchezza, che suscita di conseguenza allarme. Se questa sensazione non è accompagnata parallelamente da una presa di coscienza, l’abbandono della terapia è quasi certo.

Oak come stato Consideriamo qui Oak come stato e non come tratto di personalità. E’ in relazione con periodi di sovraccarico, dove la persona lavora e lotta strenuamente di fronte a molte responsabilità. In queste circostanze, l’essenza può apportare calma e serenità di fronte allo stress, il che aiuta a ottimizzare l’energia disponibile. E’ molto probabile che gli effetti di Oak come stato (sovraccarico) si sovrappongano a quelli di Elm (straripamento). Dato che lo stress costituisce un grave problema sociale, l’assunzione congiunta di entrambe le essenze crea una buona sinergia per il trattamento.

Livello spirituale Per la Scheffer, l’errore basilare di Oak è dovuto al fatto che “invece di farsi guidare dal suo Io Superiore attraverso i periodi difficili e belli della vita, la personalità persiste erroneamente in una continua ansia da prestazione scelta dalla stessa (…). La personalità Oak ha dimenticato che non sono solo i risultati e le vittorie che rendono la vita degna di essere vissuta e che un lottatore trae le forze per nuove prodezze proprio dai momenti più delicati, più piacevoli e più sentimentali. Se l’individuo non si concede queste pause creative, la sua vita interiore diventa sempre più spartana e sterile. Lavora, ma il cuore non lo accompagna come è necessario che sia.” La rigidità mentale rappresenta un grave ostacolo all’evoluzione spirituale. Sotto questi tratti di personalità, l’autocoscienza è molto scarsa, seppellita da un sistema di credenze troppo rigido, distorto e limitante. Come quasi sempre, il problema centrale è la paura di affrontare quegli aspetti che possono significare, vulnerabilità o debolezza. Questa mancanza di coscienza emozionale impedisce l’empatia, perché per accedervi, oltre all’autocoscienza, si richiede flessibilità. Oak dovrebbe capire che in realtà la vita non è una lotta, ma piuttosto una trattativa interattiva e sempre nuova. D’altra parte, più che austero, forse gli converrebbe essere un pò più onesto con i propri limiti e riconoscere di avere diritto a sbagliarsi, a riposare e a divertirsi, perchè di fatto – che l’ammetta o no – non è venuto in questo mondo per soddisfare le aspettative di nessuno, nemmeno quelle del suo implacabile giudice interiore.

Abstract: Ricardo Orozco – opere

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©2022 SPIRIT Blog di Cristin Gioia Naldi


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