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NOVILUNIO IN VERGINE CON ECLISSI PARZIALE DI SOLE

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Questo novilunio in Vergine, accompagnato da un’eclissi parziale di Sole e in prossimità

dell’equinozio d’autunno, porta con sé l’energia dei numeri 21/3 e 5. Abbiamo attraversato un processo di disintegrazione, abbiamo sollevato molta polvere e ciascuno ha provato, a modo suo, a gestire le relazioni, a riconoscere i propri bisogni, a ridefinire i confini sia quelli che sono stati invasi, o quelli che abbiamo oltrepassato noi. Ora questo novilunio ci chiama a intervenire concretamente su cosa va lasciato andare o eliminato per ristabilire un equilibrio.


L’Arcano 21 è la rappresentazione simbolica di un cerchio che si chiude, di un ciclo che si compie. È l’essere che ha attraversato ogni prova, e che ora si ritrova nel centro del proprio universo. Quel centro è Tiferet il cuore dell’Albero della Vita, è il punto dove non si cerca più fuori ciò che abbiamo sempre avuto dentro. Il 21 è anche il respiro profondo di un nuovo inizio, è la possibilità di abitare ciò che siamo, nella forma più piena, ma anche più vulnerabile. E solo se questo processo lo

abbiamo attraversato nella verità, possiamo davvero proseguire. Altrimenti rischiamo di vivere dentro una prigione dorata, convinti di aver chiuso un ciclo, mentre in realtà abbiamo solo decorato meglio le nostre vecchie paure. Se non c’è stato rischio, se non abbiamo lasciato niente davvero, se non abbiamo attraversato la vertigine del vuoto, allora siamo solo rimasti fermi, dentro un’eleganza

che rassicura ma non trasforma.


Chi invece è riuscito a rompere il guscio, chi ha osato esprimere il proprio sentire, chi ha iniziato a riconoscere il proprio valore senza misurarlo dagli occhi degli altri… ora, piano piano, comincia a celebrare la propria esistenza, come un sì gentile alla vita stessa. È l’energia del 3 e del 5 che si muove, nascita, espressione, trasformazione, libertà. Lasciare andare il controllo non significa abbandonarsi al caos, ma ritrovare il senso della realtà, imparando a fluire con ciò che accade. Se questo è stato, almeno in parte, compreso e integrato, ora siamo quasi pronti ad aprire nuove porte.

Il 5 parla di questo, porte da attraversare, cambiamenti interiori che preparano a un nuovo cammino, della voce interiore che comincia a farsi sentire. Ci siamo permessi il coraggio di cambiare? O siamo ancora in fuga?


Questo novilunio è sostenuto dall’Angelo Menadel, guida del lavoro interiore. Il suo compito non è quello di rendere le cose facili, ma di portare alla luce le contraddizioni, le dissonanze, ciò che abbiamo nascosto anche a noi stessi. Menadel ci mette alla prova, ma con un impulso liberatore. Se restiamo ancorati alla nostalgia, al ricordo di come eravamo o di come le cose sarebbero potute essere, verremo riportati nei blocchi di un tempo.


Con lui agisce il Nome di Dio 36: מנד Mem, Nun, Dalet che significa “senza paura”.

Questo Nome ci dona il coraggio per dominare le nostre paure, confrontandole a livello più

profondo con la verità. Solo con fede possiamo smettere di esserne prigionieri. Ogni paura si piò vincere attraverso la fede e questo Nome ci offre il coraggio, ma anche la forza per affrontare le nostre ombre, fino alla radice. È il riconoscimento di qualcosa che ci guida anche quando la mente non capisce. È il sentiero su cui camminare anche quando non si vede la meta. Cosa mi spaventa ancora? E perché?


Tiferet è il luogo dove tutto questo si armonizza. È la sesta Sefirot, numero Archetipo 6, ed è il

cuore dell’Albero della Vita. Lì, le forze del cielo e della terra si incontrano. É l’unione degli

opposti apparentemente inconciliabili che si abbracciano e si accolgono, è la bellezza che emerge quando siamo integri, autentici, disarmati, allineati con ciò che siamo nel profondo. Tiferet è anche la Sefirot delle

prove interiori, perché solo attraversando l’illusione possiamo toccare la verità che guarisce. E solo quando lasciamo andare tutto ciò che è falso, la verità si rivela nella sua trasparenza. In quale parte della mia vita posso portare più verità e armonia?


Parliamo di energie collettive, ma ognuno le sentirà secondo il proprio passo, la propria storia, il proprio tempo. Non c’è giusto o sbagliato. Solo la possibilità, a ogni respiro, di essere un po’ più veri…e forse, da lì, tutto comincia.



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